Come ricongiungersi con i propri familiari?

Come ricongiungersi con i propri familiari?

Come ricongiungersi con i propri familiari?

Ti sei trasferito in Italia per motivi di lavoro ma sei stanco di vivere lontano dalla tua famiglia? Vorresti che i tuoi cari condividessero con te ogni momento della quotidianità e non solo pochi giorni l’anno?

Alcune delle soluzioni che ti proponiamo potrebbero fare al caso tuo e rendere migliore la tua permanenza in Italia!

È importante, innanzitutto, sapere che tutti coloro che si trasferiscono in Italia, sia temporaneamente che definitivamente, per motivi di lavoro hanno diritto a riunirsi con i propri familiari.

Con familiari si fa riferimento al coniuge del lavoratore, figli minorenni, figli maggiorenni con disabilità fisiche e mentali, genitori che non hanno altri figli all’estero e che non sono finanziariamente autosufficienti o genitori che hanno un’età superiore ai 65 anni e che non sono autosufficienti per motivi di salute. Inoltre, da poco, gli Uffici della Polizia hanno iniziato a garantire permessi di soggiorno anche ai partner dello stesso sesso dei cittadini dell’UE, ammesso che la coppia sia legalmente sposata in uno stato straniero che riconosce i matrimoni gay.

ricongiungimento familiare

Affinché il ricongiungimento sia possibile, tutte le persone a carico otterranno un permesso di soggiorno che è collegato a quello principale. Di conseguenza, se la persona titolare del permesso di soggiorno principale va via e il suo permesso non è più valido, il permesso di soggiorno delle persone a carico sarà automaticamente nullo

Le domande che possono essere presentate per ottenere un permesso di soggiorno per le persone a carico sono di quattro tipi:

Ricongiungimento familiare

Tutti i lavoratori, che vivono in Italia e hanno un regolare permesso di soggiorno, hanno il diritto ad invitare nel Paese i propri familiari che vivono ancora all’estero.

Familiari al seguito

Questa procedura permette ai lavoratori e alle loro famiglie che risiedono nel paese di origine di entrare in Italia contemporaneamente. L’unica differenza è che i lavoratori lo fanno con un visto di lavoro, mentre ai familiari viene garantito un visto familiare.

Coesione familiare

I familiari possono entrare in Italia anche con un visto a breve termine (a meno che questi non siano cittadini di paesi per i quali il visto non è previsto) e, in alcuni casi, dopo aver riportato la propria presenza in Italia alla Polizia locale (“Dichiarazione di Presenza” da fare in otto giorni dall’arrivo in Italia solo se si è entrati attraverso un altro paese dello spazio Schengen)possono far domanda per un cambio di status e richiedere un permesso familiare senza passare attraverso la domanda per il visto familiare.

Familiari di un cittadino dell’UE

I familiari di un cittadino dell’Unione Europea hanno il diritto ad ottenere un permesso di soggiorno speciale denominato “Carta di soggiorno per Familiare di Cittadino UE”, che ha una durata più lunga rispetto al permesso di soggiorno ordinario (5 anni), senza che ci sia la necessità di richiedere un visto familiare. In realtà essi hanno il diritto ad entrare in Italia con un visto a breve termine e dovrebbero far domanda per la “Carta di Soggiorno”. In caso di estensione, la Polizia può rilasciare un permesso di soggiorno con una validità illimitata. Recentemente, il diritto ad ottenere la “Carta di Soggiorno” è stato esteso anche ai partner gay dei cittadini dell’UE, ammesso che questi abbiano contratto il matrimonio in un paese che riconosce le unioni gay.

Una volta che il Permesso di Soggiorno familiare è stato rilasciato, le persone a carico hanno diritto a svolgere qualsiasi attività lavorativa (autonoma o subordinata) senza che gli sia richiesto di convertire il loro permesso in un permesso di soggiorno di lavoro.